Breve storia della pedagogia speciale
In passato, la persona con deficit veniva vista in modo estremamente negativo: una visione moralistica identificava la disabilità come una colpa o una punizione divina, per cui il soggetto veniva emarginato o addirittura punito. Un'altra visione prevalente era quella medico-assistenzialista, che considerava il disabile come un malato da accudire e isolare in istituti separati dal resto della società. Le persone con disabilità erano trattate come pazienti da curare o, nella migliore delle ipotesi, da assistere passivamente. Questa visione creava un forte stigma sociale e portava a un’esclusione sistematica di queste persone dalla vita collettiva.
Tuttavia, grazie all’influsso degli enciclopedisti e a figure pionieristiche come Jean-Marie Itard e Philippe Pinel, si iniziò a guardare alla persona con deficit come a un soggetto capace di trasformazione e crescita attraverso la riabilitazione e l’educazione.
Jean-Marie Itard: pioniere della pedagogia speciale
Itard è considerato uno dei fondatori della pedagogia speciale. Nel 1799, venne chiamato a seguire il caso di Victor, il "ragazzo selvaggio" dell'Aveyron, trovato mentre vagava in una foresta, incapace di parlare e con comportamenti considerati animaleschi. La maggior parte degli esperti, incluso l'illustre psichiatra Philippe Pinel, riteneva che Victor fosse ineducabile e che il suo stato fosse dovuto a un'imbecillità congenita.
Itard, al contrario, considerava Victor come un soggetto potenzialmente educabile, capace di migliorare attraverso l’istruzione e la socializzazione. Il medico stabilì degli obiettivi chiari per il percorso educativo del ragazzo, tra cui l'acquisizione del sentimento di socialità, lo sviluppo del linguaggio e la stimolazione delle facoltà intellettive. Itard si pose il compito di estendere la sfera delle idee di Victor, attraverso esperienze pratiche e concrete, e di condurlo all’uso della parola. Questo es perimento pionieristico, descritto nel "Mémoire et rapport sur Victor de l'Aveyron", rappresenta uno dei primi esempi documentati di educazione speciale.
Itard si pose degli obiettivi da far raggiungere a Victor:
-acquisire il sentimento di socialità vivendo nella comunità umana
- estendere "la sfera delle sue idee" creando dei nuovi bisogni emoltiplicando le opportunità di apprendimento
- condurre Victor all’uso della parola
- esercitare "le operazioni dello spirito" iniziando da operazioniconcrete e cose pratiche
Nel suo approccio, Itard utilizzava metodi pedagogici innovativi per l’epoca, come la stimolazione senso-motoria, che considerava essenziale per lo sviluppo delle capacità cognitive. Il suo lavoro segnò una svolta cruciale nell’approccio educativo verso le persone con disabilità, influenzando profondamente le generazioni future di educatori.
Edouard Séguin: il metodo senso-motorio
L’opera di Edouard Séguin, allievo di Itard, ha avuto un impatto fondamentale nell'evoluzione della pedagogia speciale. Séguin fu incaricato, nel 1840, di gestire l’educazione dei bambini con disabilità mentali all’ospedale Bicetre di Parigi. Egli si scontrò con il prevalente approccio medico, che tendeva a medicalizzare eccessivamente il trattamento dei bambini disabili, e sviluppò un metodo alternativo basato sull’osservazione attenta delle capacità dei singoli bambini, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sui loro deficit.
Séguin enfatizzava l'importanza dell'imitazione e della stimolazione senso-motoria come punto di partenza per lo sviluppo delle capacità intellettive e morali. Nel suo metodo, tre elementi principali dominano l’individuo: attività, intelligenza e volontà. Secondo Séguin, le attività che stimolano la volontà del soggetto disabile sono fondamentali per lo sviluppo intellettivo. Egli sottolineava l'importanza di partire dall'educazione dei sensi e del sistema neuro-muscolare, considerati la base per lo sviluppo di tutta la personalità.
Inoltre, Séguin distingue chiaramente tra nozioni e idee: mentre le prime derivano dall’esperienza sensoriale e dall’osservazione delle caratteristiche fisiche degli oggetti, le idee nascono dalle operazioni intellettive e rivelano i rapporti tra le cose. Per esempio, un bambino può riconoscere una chiave (nozione), ma non comprenderne l’uso fino a quando non capirà il suo rapporto con una serratura (idea).
L'opera di Séguin è stata influente nel delineare un approccio all’educazione speciale che metta al centro lo sviluppo globale della persona, basato su un metodo educativo che rispetti i tempi e le modalità di apprendimento di ciascun individuo.
Maria Montessori: una nuova pedagogia inclusiva
Un'altra figura centrale nella storia della pedagogia speciale è Maria Montessori, che ha integrato e sviluppato ulteriormente gli approcci di Itard e Séguin. La Montessori fu la prima donna a laurearsi in medicina in Italia e concentrò gran parte del suo lavoro sull'educazione dei bambini con deficit intellettivi. Il documento descrive come, leggendo le opere di Séguin, la Montessori modificò il suo approccio pedagogico, ponendo una forte enfasi sull'ambiente educativo e sui materiali sensoriali.
La pedagogia emendativa di Montessori si basa su alcuni principi fondamentali: non esiste un'educazione separata per i bambini disabili, ma piuttosto percorsi individualizzati che tengono conto delle loro particolari necessità. Il documento elenca i punti cardine di questo approccio, tra cui l'importanza di un ambiente stimolante e di materiali adatti per favorire lo sviluppo delle capacità cognitive e senso-motorie. Il disegno, per esempio, è visto come un mezzo per introdurre il bambino alla sfera simbolica e all’astrazione, nonché come preparazione alla scrittura.
Montessori riteneva che molti degli strumenti e delle tecniche utilizzati con i bambini disabili potessero essere applicati con successo anche ai bambini normodotati, poiché rivelano le dinamiche universali dell'apprendimento. Per lei, l’obiettivo dell’educazione speciale era quello di promuovere l'integrazione sociale, aiutando i bambini a sviluppare le proprie potenzialità e ad acquisire autonomia attraverso percorsi di apprendimento personalizzati.
Lev Vygotskij: l'importanza della socializzazione
Nel documento viene poi introdotta la figura di Lev Vygotskij, psicologo russo che ha elaborato il concetto di "zona di sviluppo prossimale". Vygotskij riteneva che lo sviluppo cognitivo non avvenisse in modo isolato, ma fosse strettamente legato all'interazione con l'ambiente sociale. La zona di sviluppo prossimale è definita come la distanza tra ciò che un bambino può fare autonomamente e ciò che può fare con l’aiuto di una persona più esperta, come un adulto o un pari.
Questo concetto ha avuto un impatto enorme sulla pedagogia speciale, poiché suggerisce che l'apprendimento non dipende solo dalle capacità innate, ma può essere potenziato attraverso un’adeguata mediazione sociale. L’educazione, quindi, deve mirare a fornire opportunità di apprendimento all'interno di questa zona, aiutando i bambini con disabilità a sviluppare nuove competenze con il supporto di figure di riferimento.
Reuven Feuerstein: la modificabilità cognitiva
Il documento si chiude con l’analisi del contributo di Reuven Feuerstein, che ha introdotto il concetto di modificabilità cognitiva strutturale. Feuerstein sosteneva che ogni individuo, anche quelli con gravi disabilità, può migliorare le proprie capacità cognitive attraverso un intervento educativo mirato. La sua teoria si basa sull'Esperienza di Apprendimento Mediato (EAM), che implica l'intervento di un mediatore tra l'allievo e l'ambiente per facilitare l'interpretazione della realtà.
Feuerstein criticava l'approccio tradizionale all'educazione, che tendeva a classificare gli studenti in base alle loro difficoltà cognitive, sostenendo invece che ogni persona ha un potenziale di crescita che può essere attivato attraverso un intervento appropriato. Questo approccio ha portato allo sviluppo del metodo dell'arricchimento strumentale, un insieme di strumenti educativi progettati per stimolare la crescita cognitiva e migliorare la capacità di risolvere problemi.
Feuerstein ha avuto una profonda influenza sull'educazione speciale, ribadendo che ogni individuo è educabile e che il compito dell’educatore è quello di creare le condizioni per favorire la crescita cognitiva e personale, indipendentemente dalle limitazioni iniziali.
Verso un’educazione inclusiva
Il concetto di normalità e diversità è stato riformulato nel corso del tempo. Non si tratta più di "normalizzare" la persona con deficit, cercando di adattarla a una norma imposta, ma piuttosto di partire dalle sue capacità e potenzialità per costruire un percorso educativo che ne rispetti l'individualità. La disabilità non è più vista come una condizione da "correggere", ma come una diversità che va accolta e valorizzata.
Il cambiamento di prospettiva nell’educazione speciale si traduce in interventi individualizzati che tengono conto della storia personale, delle capacità e dei bisogni di ciascun individuo.