La devianza giovanile in Italia
Nel 2018, in Italia sono state segnalate circa 870mila infrazioni, ma solo una minima parte di queste, il 3,5% corrispondente a 30.450 casi, riguardava minorenni. Questa percentuale è tra le più basse registrate in Europa, evidenziando una presenza relativamente contenuta di minori coinvolti in attività illecite rispetto ad altri paesi europei. In particolare, Bologna emerge come la città con il maggior numero di giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni presi in carico dai servizi sociali nel 2019, con ben 2.523 casi.
Il limite di punibilità varia considerevolmente da nazione a nazione: in Inghilterra, ad esempio, si stabilisce a partire dai 10 anni, mentre in Italia, Spagna e Germania è fissato a 14 anni e in Portogallo arriva a 16 anni.
Analizzando le percentuali di imputati minorenni in Italia nel 2018, risulta che il 70% di questi erano italiani, mentre il restante 30% erano stranieri. Inoltre, l’84% di coloro che hanno avuto problemi con la legge erano di genere maschile, contro meno del 16% femminile. Fra i minorenni maschi coinvolti, il 30% aveva tra i 14 e i 15 anni, mentre il 70% si concentrava nella fascia d’età tra i 16 e i 17 anni. Questi dati sottolineano come l’adolescenza più matura sia un periodo particolarmente critico per i giovani in Italia per quanto riguarda l’infrazione della legge.
Il primato del nord
• La maggior parte dei reati dei minori si registrano in 14 aree metropolitane del Centro-Nord → il disagio delle periferie delle grandi città resta una delle cause più influenti nei reati in Italia
• Escludendo i minori stranieri coinvolti, i numeri vanno contro tutti gli stereotipi: il 40% degli imputati italiani è nato nel nord, il 25% è nato nel sud, il 19% nel centro e il 16% nelle Isole
Il metodo italiano
L’Italia si distingue in Europa per il basso ricorso al carcere minorile, con appena 316 ragazzi rinchiusi nel 2022. Questo numero risulta particolarmente basso se confrontato con altri paesi europei come Germania e Francia, dove il tasso di carcerazione per i minori è circa tre volte superiore. In Inghilterra, la situazione è ancora più marcata, con una percentuale di incarcerazione minorile quattro volte più alta rispetto a quella italiana.
Il sistema italiano si basa su un approccio rieducativo e di reintegrazione piuttosto che punitivo, privilegiando percorsi alternativi alla detenzione. Tra questi, vi sono le comunità di accoglienza e i programmi che promuovono il reinserimento sociale dei minori attraverso percorsi di formazione e opportunità lavorative. Uno strumento centrale in questa filosofia di recupero è la “messa alla prova,” una misura che consente ai giovani imputati di evitare la punibilità in cambio di un impegno concreto nello studio o nell’apprendimento di un mestiere. Questa opportunità permette ai ragazzi di costruire un futuro lontano dalla criminalità, valorizzando il reinserimento sociale rispetto alla detenzione.