La Stima di Sé: Fondamenti, Evoluzione e Ruolo nell'adolescenza

Dalle basi teoriche ai cambiamenti nel corso della vita, con un focus sulle implicazioni educative e le sfide sella contemporaneità
La stima di sé rappresenta una componente fondamentale del benessere psicologico e dello sviluppo personale. È la parte affettiva e valutativa del concetto di sé, ossia il risultato di come ciascuno percepisce il proprio valore in relazione ai propri standard personali. Ad esempio, il pensiero "sono un calciatore" diventa significativo se viene accompagnato da una valutazione positiva come "sono un calciatore talentuoso".

Ma come si forma e si evolve la stima di sé? Gli studiosi hanno indagato questo tema da diverse prospettive, fornendo importanti contributi alla comprensione di uno dei principali pilastri dell'identità.

Le basi teoriche della stima di sé

Le prime ricerche significative sulla stima di sé risalgono a Morris Rosenberg e Susan Harter, che si sono ispirati a teorie fondamentali di autori come William James e Charles Horton Cooley.

Secondo James, la stima di sé nasce dalla percezione del successo in ambiti che l’individuo considera rilevanti. Cooley, invece, ha introdotto il concetto di "specchio sociale" (looking-glass-self), secondo cui il nostro senso di valore personale è influenzato da come pensiamo che gli altri ci vedano. Questo processo è ulteriormente approfondito da Mead, che ha evidenziato l'importanza delle relazioni sociali nella costruzione del sé.

Tipologie di stima di sé

La stima di sé si manifesta in due forme principali: globale e ambito-specifica.

1. Stima di sé globale
È una valutazione generale del proprio valore, che si sviluppa nel tempo. Studi dimostrano che i maschi riportano livelli di stima di sé più alti rispetto alle femmine, una differenza che emerge già durante l'infanzia, si accentua nell'adolescenza e si stabilizza in età adulta.

2. Stima di sé ambito-specifica
Riguarda aree specifiche della vita, come l’aspetto fisico, l’accettazione sociale, le competenze scolastiche, sportive o lavorative. Questa forma di stima di sé permette di valutare quanto ci si sente efficaci in aspetti precisi dell’esperienza personale.


Come cambia la stima di sé nell’adolescenza?

Durante l’adolescenza, la stima di sé subisce importanti fluttuazioni. Si distinguono due tipi di valutazioni:

- Stima di sé barometrica: una percezione momentanea, soggetta a variazioni rapide a seconda degli eventi di vita.

- Stima di sé baseline: una valutazione più stabile, influenzata dalla storia personale e dalle esperienze passate. Questo tipo di stima di sé aumenta progressivamente dall'infanzia, raggiunge il picco tra i 18 e i 30 anni e si stabilizza nell'età adulta.


Negli ultimi vent’anni, le ricerche hanno mostrato un aumento generale della stima di sé nelle nuove generazioni. Tuttavia, questi cambiamenti non sempre si traducono in benefici significativi. Alcuni studiosi, come Baumeister, hanno criticato l'eccessiva enfasi sugli effetti positivi della stima di sé, sottolineando che i risultati delle ricerche non sempre confermano tali aspettative.


L'importanza di una stima di sé equilibrata

La stima di sé è essenziale per il benessere, ma deve essere accompagnata dalla consapevolezza dei propri limiti. Gli educatori, genitori e insegnanti giocano un ruolo cruciale in questo processo. È importante gratificare i giovani per i loro successi, ma anche aiutarli a riconoscere le aree in cui possono migliorare. Inoltre, bisogna insegnare loro ad affrontare dolore, insuccesso e frustrazione come parte naturale della crescita.

Un rischio comune nella società contemporanea è quello del "narcisismo familiare". Spesso, i genitori tendono a sovrastimare le capacità dei figli, alimentando aspettative irrealistiche. Questo può portare i giovani a sviluppare una paura di deludere non solo i genitori, ma anche sé stessi, con conseguenze negative come isolamento o comportamenti devianti.


Un equilibrio necessario per il futuro

La stima di sé, se ben bilanciata, può rappresentare una risorsa preziosa per affrontare le sfide della vita. Tuttavia, è fondamentale un approccio critico e consapevole. Non si tratta solo di coltivare l’autostima, ma di costruire un’identità solida, capace di integrare successi e fallimenti. Solo così i giovani possono crescere con una visione realistica e positiva di sé stessi e del loro ruolo nella società.
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