La scuola "libertaria": uno sguardo d'insieme
Le scuole "libertarie" erano istituzioni educative basate sui principi dell'anarchismo e dell'auto-gestione. Emersero nel contesto delle idee anarchiche tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo.
Queste scuole promuovevano l'autonomia individuale, l'autoapprendimento e l'eliminazione delle gerarchie tradizionali tra insegnanti e studenti. I principi chiave includevano la libertà individuale, la cooperazione, la non-coercizione e la partecipazione democratica nella gestione delle attività educative. Gli studenti erano incoraggiati a sviluppare il proprio percorso di apprendimento e a partecipare attivamente alla creazione di un ambiente educativo libero e aperto
Questo movimento intendeva sfidare le strutture autoritarie dell'istruzione convenzionale, cercando di creare contesti educativi più democratici e in sintonia con i principi dell'anarchismo.
Le caratteristiche
Ciò che le scuole di questa impostazione facevano, in estrema sintesi, è ottimizzare e favorire il più possibile la capacità spontanea dei bambini e delle bambine di istruirsi da soli, negando la troppa scontata superiorità degli adulti ed esaltando tre caratteristiche della specie cui apparteniamo: curiosità, giocosità e socievolezza. L'approccio era generalmente militarista e anticapitalista mentre si promuovevano invece valori come quello della solidarietà.
L'intero impianto organizzativo si reggeva pertanto su alcune caratteristiche qui schematizzate:
- spazio e tempo per giocare ed esplorare senza intrusioni di una qualunque autorità
- libertà di mescolarsi fra età diverse
- accesso libero alle attrezzature e agli strumenti disponibili non solo nello spazio scolastico ma nel contesto più ampio
- incitamento al gioco libero e auto organizzato per favorire lo sviluppo di uno stato mentale giocoso
- accesso ad adulti preparati premurosi e rispettosi
- totale aconfessionalità e libero scambio di idee
- idea vista come spunto di riflessione e di dibattito senza nozioni da ripetere a memoria come in un'interrogazione
- l'immersione in una comunità egualitaria e solidale
- pratica di relazioni autenticamente orizzontali e paritarie
- esercizio della democrazia diretta
- ricerca nel "fare" delle proprie passioni e dei propri talenti
- ascolto profondo e rispetto condiviso delle regole liberamente assunte e continuamente negoziabili
Questo tipo di educazione non si limita all'uso individuale ma nel coniugare il proprio sé con la dimensione collettiva degli altri.
Nel primo numero del periodico “Ecole Renovéee” fondato da Ferrer nel 1908, così venivano riassunti gli ideali di una scuola libertaria:
- educazione del bambino su basi razionali e su principi scientifici evitando tutto ciò che sia mistico e sovrannaturale
- educazione integrale della persona rifiutando un'educazione basata solo sull'intelletto
- correlazione di metodi e programmi con la psicologia del bambino
- rilevanza data un'educazione pratica basata sulla grande legge naturale della solidarietà
L'approccio era generalmente militarista e anticapitalista mentre si promuovevano invece valori come quello della solidarietà.
Il "paradosso del libertario"
La maggior parte dei libertari non pensava che questi ideali dovessero essere insegnati formalmente ma piuttosto che dovessero emergere dalle modalità stesse del processo educativo. Scuole come La Ruche di Sébastien Faure per esempio erano gestite in modo comunitario.
Ma anche questo suscitava dibattiti tra i libertari che si chiedevano se promuovendo deliberatamente certi ideali non facessero la stessa cosa che condannavano negli altri. La diffidenza verso l'imposizione dei valori non dovrebbe valere anche per i valori libertari? Secondo Ferrer e altri la risposta stava nell'allenarsi al principio di razionalità se il bambino veniva educato all'uso della ragione l'avrebbe poi applicata in ogni campo incluso quello libertario: il razionalismo era in se stesso libertario.
La scuola di oggi
La società nella quale viviamo è permeata da un'idea di educazione che oscilla tra coercizione e seduzione. L'erosione sistematica del desiderio dalla relazione educativa inoltre altera il senso profondo dell'educare, che si nutre invece di desideri. Conoscere è ovviamente utile, ma quando l'utilità che deriva dal bisogno dalla vita concreta diventa un'ideologia utilitaristica, a quel punto seleziona in modo arbitrario quali sono gli aspetti, le conoscenze e i metodi che caratterizzano la personalità umana. L'utilitarismo diviene inevitabilmente un apprendimento sotto minaccia.
L'educazione libertaria, diversamente, valorizza l'utilità dell'inutile perché anche questo è vita. Una vita piena e ricca di talenti sensibilità, specificità, diversità, Conoscere e imparare e trasmettere conoscenze è bello in sé.
Uno sguardo d’insieme
Il libro di Michael P. Smith identifica nel l’incipit due modalità di affrontare il tema: teoria pedagogica e movimento educativo.In linea di massima si può dire che l'approccio teorico libertario tende a essere più interessato a una pedagogia non coercitiva mentre i libertari impegnati nel movimento puntano con maggior vigore verso una educazione che non lasci l'individuo politicamente indifeso e impotente.
Il termine libertario
Cosa si intende con libertario? Si tratta prima di tutto di un approccio all'educazione che incarna alcuni principi specificamente anarchici. Il termine libertario non fu effettivamente usato come sinonimo di anarchico fino all'ultimo decennio dell'Ottocento.
L'ultima decade dell'Ottocento è un'utile punto di partenza per uno sguardo d'insieme visto che in quel periodo vengono messi in atto i primi tentativi di collegare questi principi tra loro in una visione coerente e proprio allora la parola libertario stava entrando nell'uso come sinonimo di “anarchico”
Il primo a usare il termine libertario si ritiene sia stato Sebastian Faure quando nel 1895 diede inizio alla pubblicazione della rivista “Le libertaire” che continuò le pubblicazioni fino agli anni Cinquanta del ‘900.
La sua diffusione corrisponde ha un'evoluzione del movimento anarchico quantomeno in Francia dove nell'ultimo decennio del secolo ci fu un'impressionante sequenza di azioni terroristiche. Ciò portò gli stessi anarchici a rigettare il lato negativo dell'anarchismo per dedicarsi al tentativo di tradurre le idee in una pratica costruttiva (anarco sindacalismo, comuni anarchiche rurali, esperimenti sociali innovativi soprattutto nel campo dell'educazione). Questo spostamento di accento verso l'azione positiva fu accompagnato dall'impiego della parola libertario a scapito di quella più vecchia e screditata di anarchico.
Prodotto della nuova era la rivista chiamata “Les Temps nouveau” di Jean Grave, di orientamento anarchico ma come una vasta gamma di interessi culturali e molti artisti e intelletuali.
Nel 1897 il romanziere Russo Tolstoj scrisse a Jean Grave: “sono sempre più convinto che solo attraverso l'educazione libera possiamo riuscire a liberarci da questo orribile stato di cose e sostituirlo con un'organizzazione razionale”.
La scuola di Cempuis
Dal 1880 in 10 anni Paul Robin trasformò La scuola di Cempuis in un notevole esempio di “educazione integrale”. Permettva lo sviluppo delle abilità sia fisiche che intellettuali con approccio non coercitivo, cosa che gli costò il posto).
La “Ruche” di Faure
Madeleine Vernet ne trasse ispirazione per fondare l’”Avenir Social”, scuola progressista di ispirazione libertaria. Poco dopo, Sebastian Faure diede inizio a quella che probabilmente fu la più famosa tra le scuole libere in Francia “La Ruche”, ovvero l'alveare, alla periferia di Parigi.
Francisco Ferrer e la Escuela Moderna
Altra persona influenzata da Robin, lo spagnolo Francisco Ferrer che nel 1901 fonda la Escuela Moderna. Nella sua scuola Ferrer si sforzo di dare agli alunni un'educazione non clericale non coercitiva attuale per quanto concerneva il programma è fondata sulla razionalità e sull'autonomia del bambino. Già nel 1905 ce n’erano 14 nella sola Barcellona.
Nel 1908 fondò la Liga internacional para education rational della infanzia, che pubblicava anche la rivista “L’École Renovée”.
Accusato di essere a capo di un’insurrezione civile, nel 1908 affrontò in un processo farsa e fucilato. Ondata di proteste in varie capitali europee e proteste di personaggi noti quali G. B. Shaw, H. G. Wells e Conan Doyle. La risposta più attiva venne dagli USA con la Ferrer Association.
William Godwin
Per cominciare a descrivere l'approccio libertario all'educazione vale la pena di partire da William Godwin il quale scrisse ben prima che l'anarchismo emergesse come movimento consapevole ma secondo alcuni costruì il tentativo più completo ed elaborato di affermare il credo anarchico razionale, nonché il primo testo moderno sull'educazione libertaria. Dai suoi testi emergono tre aspetti di rilievo: l’atteggiamento verso i bambini, l’importanza dell’educazione e l’attenzione sul potere dell’educazione come mezzo di controllo sociale.
Godwin riteneva che la coercizione nelle relazioni tra adulti e bambini avesse un peso maggiore di quanto gli stessi adulti potessero supporre. Questo punto lo differenzia da Jean Jacques rousseau i cui metodi apprezzava ma accusava anche di “coercizione mascherata”. Questo è lo spartiacque tra un'educazione liberale o progressista e una veramente libertaria.
“Secondo il metodo che qui sosteniamo, prima venga l’alunno e poi il maestro”
È la motivazione, che prevede anche un cambiamento di senso del ruolo dell’insegnamente il cui compito sarebbe quello di stimolare il discente rafforzando l'atteggiamento compositivo nei confronti dell'apprendimento, aiutandolo a superare difficoltà particolari e fornendogli generosamente quel sostegno che Godwin riteneva cruciale. Puntare sulla motivazione non solo per questioni di rispetto verso il bambino ma anche perché l’apprendimento è migliore. L’educazione libertaria dunque non sarebbe più giusta solo perché più morale ma anche perché pedagogicamente più valida.
«Le scuole domenicali insegnano superstiziose venerazioni per la chiesa d'inghilterra e l'abitudine ad inchinarsi a ogni uomo ben vestito»
Altra caratteristica della visione pedagogica di Godwin è la sua preoccupazione per il possibile uso dell'educazione come mezzo di controllo sociale. A questo riferimento le accuse alle La sua la filosofia era di tipo individualistico mentre le basi su cui il movimento libertario francese si sviluppò erano socialiste.
Educazione integrale
Con questa espressione si intendeva un'educazione che sviluppasse tutte le potenzialità di una persona fornendole un'ampia gamma di abilità per diverse occupazioni lavorative, sia industriali che artigianali.
Il concetto fu sviluppato da Proudhon, sulla base probabilmente di un'idea di Charles Fourier e si diffuse poi nel movimento socialista francese riemergendo per esempio come parte del programma di riforme educative avanzato dai socialisti al tempo della Comune di Parigi del 1871 verso la fine degli anni 60 dell'Ottocento l'idea circolava ampiamente e sia Marx che bakunin avevano rivendicato un'educazione che fosse veramente integrale e Robin aveva preparato un documento sulle deleghe l'azione sull'educazione integrale per la delegazione di Bruxelles al Congresso della prima internazionale del 1867.
Nel 1898 Grave pubblicò in “Les Temps Nouveaux” un Manifesto internazionale sull’educazione integrale firmato, tra gli altri, da Kropotkin e Tolstoj. Anche il “Bolétin de la Escuela Moderna” di Ferrer pubblicò molti articoli in proposito, per lo più di Robin.