Giovani delinquenti... per "scelta"?

Le teorie che vedono la devianza come "scelta" pongono l'accento sull'autodeterminazione e sulla responsabilità individuale

Nel campo della devianza, le spiegazioni possono essere suddivise in due categorie principali: quelle disposizionali e quelle che vedono la devianza come una "scelta."

Le teorie che vedono la devianza come "scelta" pongono l'accento sull'autodeterminazione e sulla responsabilità individuale. La teoria della scelta razionale e l’idea della devianza come progetto reputazionale sostengono che l'individuo scelga consapevolmente comportamenti devianti, anche per ottenere riconoscimento o status sociale.

La teora della scelta razionale

Le azioni devianti sono viste come gli esiti di un processo intenzionale di valutazione e confronto tra i costi e i benefici della violazione delle norme. L’individuo valuterebbe, di volta in volta, la convenienza dell’azione delinquenziale.

Questa valutazione, tuttavia, è spesso contraddistinta da una razionalità limitata. Gli effetti negativi di un’azione deviante (es. un arresto e una condanna), infatti, possono superare i vantaggi previsti (per es., il possesso di un bene).

Devianza come progetto reputazionale

Attraverso la devianza gli individui comunicano qualcosa di sé a persone che conoscono: in questo modo gestiscono la loro reputazione. Le trasgressioni sono commesse di fronte a un pubblico.

La trasgressione – devianza è quindi una scelta in positivo (come voglio essere riconosciuto socialmente), un progetto alternativo di costruzione della propria identità e reputazione, e non l’esito di un fallimento.

La devianza è inoltre una chiara espressione degli atteggiamenti individuali nei confronti dell’autorità percepite come ingiuste, fonte di discriminazione e pregiudizio. Devianza come tentativo di farsi giustizia da soli.

Fonte:

Psicologia dell'adolescenza

A cura di Augusto Palmonari

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