I cicli di vita secondo Erikson

Lo psicologo tedesco propose un modello degli stadi della vita che ne identificava 8, ciascuno caratterizzato da un conflitto bipolare che l'individuo deve affrontare e risolvere per poter progredire.

Erik Erikson, psicologo di formazione psicoanalitica, è considerato una figura chiave nello studio dell'adolescenza e dello sviluppo umano. Nato in Germania nel 1902, studiò a Vienna sotto l'influenza di Anna Freud, figlia del celebre Sigmund Freud. Dopo aver lasciato la Germania a causa della salita al potere di Hitler, si trasferì negli Stati Uniti, dove lavorò e sviluppò le sue teorie fino alla sua morte nel 1994.

Una delle principali innovazioni di Erikson rispetto alle teorie psicoanalitiche classiche è l'estensione dello sviluppo umano all'intero ciclo di vita. Mentre Freud si concentrava sui primi anni di vita e identificava cinque stadi fondamentali (orale, anale, fallico, latenza e genitale), Erikson propose un modello più ampio che include otto stadi, ciascuno caratterizzato da un conflitto bipolare che l'individuo deve affrontare e risolvere per poter progredire. La risoluzione di questi conflitti porta alla conquista di una nuova virtù o competenza, mentre un fallimento può causare difficoltà nei successivi stadi dello sviluppo.

  1. Fiducia vs. Sfiducia (0-1 anno): Il primo stadio si basa sull'esperienza orale dell'infante e sull'interazione con la figura materna o un suo sostituto. Il bambino sviluppa un senso di fiducia verso il mondo esterno e se stesso se riceve cure adeguate e costanti. Al contrario, una mancanza di questa fiducia può portare a una visione sfiduciata del mondo e, nei casi più gravi, a psicopatologie come la schizofrenia.
  2. Autonomia vs. Vergogna e Dubbio (2-3 anni): Durante questa fase, il bambino sviluppa un senso di autonomia attraverso il controllo delle funzioni corporee e delle competenze motorie e linguistiche. Un equilibrio positivo tra autonomia e vergogna consente al bambino di acquisire fiducia nelle proprie capacità, mentre un eccesso di vergogna può portare a un senso di inferiorità che si protrae nelle fasi successive della vita.
  3. Iniziativa vs. Senso di colpa (3-5 anni): Il bambino inizia a sperimentare ruoli sociali e sessuali attraverso il gioco e altre attività. L'iniziativa permette di sviluppare un senso di intenzionalità e di pianificazione per il futuro. Se l'ambiente in cui cresce inibisce queste iniziative, il bambino potrebbe sviluppare un forte senso di colpa, che lo paralizza e lo rende incapace di intraprendere azioni autonome.
  4. Industriosità vs. Inferiorità (5-12 anni): In questa fase, corrispondente al periodo scolastico, il bambino sviluppa competenze pratiche e un senso di efficacia. Se viene incoraggiato da genitori e insegnanti, svilupperà un senso di competenza, altrimenti potrebbe sentirsi inferiore e alienato dalle proprie capacità e dai propri compiti.
  5. Identità vs. Confusione dei ruoli (adolescenza): Questo stadio è cruciale per lo sviluppo dell'identità. L'adolescente si interroga su chi è e quale sarà il suo ruolo nella società. La maturazione puberale e i cambiamenti cognitivi e sociali lo spingono a esplorare diversi aspetti della propria personalità, cercando di integrare le identificazioni dell'infanzia in un senso coerente di identità. Se non riesce a risolvere questo conflitto, rischia di sviluppare una confusione dei ruoli, oscillando tra diverse identità senza trovare una sintesi personale.
  6. Intimità vs. Isolamento (giovinezza): Dopo aver acquisito una solida identità, il giovane è pronto a impegnarsi in relazioni intime, senza temere di perdere il proprio senso di sé. Coloro che non riescono a sviluppare un'identità definita rischiano di isolarsi, sia a livello sociale che all'interno delle relazioni più intime, come quella di coppia.
  7. Generatività vs. Stagnazione (età adulta): In questo stadio, l'individuo cerca di prendersi cura degli altri, non solo attraverso la procreazione, ma anche contribuendo al benessere della società e delle generazioni future. L'esito negativo di questo conflitto porta a una stagnazione, in cui la persona si concentra esclusivamente su se stessa e non riesce a trovare un senso di realizzazione nel prendersi cura degli altri.
  8. Integrità dell'Io vs. Disperazione (vecchiaia): L'ultimo stadio dello sviluppo riguarda l'accettazione del proprio ciclo di vita come qualcosa di inevitabile. L'individuo che riesce a raggiungere un senso di integrità affronta la morte con serenità, mentre chi non accetta la propria esistenza può cadere nella disperazione, sentendo di non avere più tempo per cambiare il proprio destino.

Fonte:

Psicologia dell'adolescenza

A cura di Augusto Palmonari

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