La pedagogia di Pestalozzi
Da giovane, Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827) legge Leinbitz, Montesquieu e, in particolare, Rousseau, ravvvisando nell’Emile e nel Contratto sociale dei principi educativi democratici d’impronta illuminista che segneranno la sua visione dell’umano e del mondo incidendo anche nella sfera della concezione pedagogica.
Incentrata sulla natura, la spontaneità e l’intuitività del bambino, la pedagogia di Pestalozzi si traduce in una pratica didattica che, nel promuovere la libera formazione formazione dei soggetti e l’amore fra gli esseri umani, educa al confronto, al dialogo e alla reciprocità. La formazione elementare pestalozziana viene intesa come attivazione delle forze naturali, cognitive, morali e religiose in stretta armonia con le attività pratiche, coltivando nel bambino una disposizione del cuore e l'autenticità dell'animo dalle quali far scaturire la rettitudine dei comportamenti nella vita.
Colta nel suo complesso, l’esperienza pedagogica di Pestalozzi si articola in alcune fasi, che possono venire enucleate attraverso l’identificazione delle strutture educative ed istituti scolastici da lui fodati.
Prime idee a Brugg
Nella campagna bernese di Brugg costruisce nel 1769 una casa attribendole il nome di Neuhof (nuova fattoria), e che trasformerà in un istituto per orfani. Neuhof ha l’organizazzione di una comunità educativa dove ai bambini viene insegnato anzitutto il rispetto per sé stessi e la dignità umana. L’istruzione si fa strumento di emancipazione sociale, crescita cognitiva e consapevolezza etica, ma anche percorso culturale per cui il cui tramite acquisire capacità pratico-operative.
Risalente a questo periodo è il Diario sull’educazione di mio figlio (1774), in cui la descrizione della relazione educativa che lega un padre a un figlio oltrepassa il concetto degli affetti familiari, per aprirsi a una dimensione più universale, che riguarda il rapporto tra gli esseri umani.
Nel 1780 è dato alle stampe il libro La veglia di un solitario, considerato quale apice espressivo della pedagogia di Pestalozzi e riconosciuta come classico della letteratura pedagogica. Il libro si sofferma sull’essenza della “Bildung”, ossia della “formazione armonica” dell’uomo. Quest’ultima, da non confondere con l’educazione o l’istruzione, identifica la “forza interiore” che contraddistingue l’essere degli uomini.
«La Bildung è una disposizione dello spirito, un fondamento e un impulso mediante i quali la forza della natura sospinge gli uomini a ricercare l'equilibrio e la quiete lungo il cammino della loro vita»
Allorché l'uomo devia dal fondamento della bildung umana, si allontana anche dal corso della natura esperendo le ombre della disarmonia. La Bildung è per Pestalozzi tutta la verità di cui l'uomo e l'umanità abbisognano per vivere in pace nella felicità e nella beatitudine. Esercizio e lavoro, responsabilità e giustizia, rettitudine morale e sentimento della religiosità descrivono i percorsi di una educazione umanistica che si fa aviatico per la crescita della formazione e metà universale della Bildung, anche nell'uomo più povero umile indigente ed emarginato dalla società.
Compito primario della scuola e allora costruire i presupposti per la bildung dell'uomo poiché quando si prescinde da essa ogni azione educativa rischia di tradursi in una mascherata priva di autentica efficacia pedagogica.
Un libro per il popolo
I quattro volumi del romanzo Leonardo e Gertrude. Un libro per il popolo (1781 – 1787) descrivono invece i percorsi dell’Erziehung (educazione). In essi sono ravvisabili alcuni codici stilistici del romanzo di formazione, forma narrativa caratteristica del neoumanesimo e del cosiddetto Goethezeit (1750-1850). Attraverso la descrizione delle vicissitudini dei protagonisti e delle differenti politiche di governo – prima dispotiche, poi libertarie – che si succedono in un piccolo villaggio immaginario, Pestalozzi fa osservare come la formazione del singolo essere umano sia la premessa per l'educazione degli uomini e del popolo tutto.
Nel romanzo vi si rintracciano temi identificativi della poetica pedagogica pestalozziana: la povertà e la sofferenza, la famiglia e la comunità, la natura e l'armonia, la moralità e la religiosità, il lavoro e la dignità, la virtù e l'onestà, la politica e la giustizia. Queste sono le dimensioni dell'umano alle quali il pedagogista svizzero guarda traducendo la propria concezione della formazione umana in un metodo educativo rivolto a istruire coloro che vivono ai margini della società rendendoli consapevoli della loro dignità di uomini e cittadini responsabili
Una tensione ideale a tratti utopica contrassegna le opere di Pestalozzi. Per esempio, le considerazioni che strutturano Le mie indagini sul corso della natura nello svolgimento del dell'essere umano (1797) si rivolgono all'intero genere umano indicando un percorso formativo sorretto dalla moralità ove la storia assurge a educatrice dell'umanità.
La pratica a Stans
Nel 1799 il governo repubblicano del Direttorio di Stans affida a Pestalozzi la conduzione di un orfanotrofio che ospita un’ottantina di minori. L’istituto sarà costretto a chiudere dopo soli sei mesi, ma permetterà a pestalozzi di maturare e porre in atto gli elementi costitutivi del suo metodo educativo.
I percorsi istituzionali vengono correlati con attività pratiche che preparano i bambini a svolgere un lavoro e sono articolati secondo la logica del mutuo insegnamento prevedendo anche l'apprendimento per gruppi. Inoltre si propongono di sviluppare le innate capacità intuitive dei soggetti potenziando nelle facoltà intellettive attraverso l'esercizio dell'attenzione, dell'osservazione e della memoria. Le direttrici principali della pedagogia pestalozziana saranno esposte in Sul soggiorno a Stans. Lettera di pestalozzi a un amico (1807), note come Stanser Brief.
Vent'anni a Burgdorf
Nel 1800 avvia nella cittadina di Burgdorf un istituto educativo per bambini delle classi medie. Nello stesso anno conclude Die Methode, che contribuisce a diffondere la fama di Pestalozzi in Europa.
Il “metodo elmentare intuitivo” si contraddistingue per essere una teoria pedagogica rispettosa della natura del bambino e una prassi didattica priva di rigidi schematismi metodologici. Il suo successo viene sancito dal Consiglio pedagogico di Berna, che lo dichiara “metodo nazionale".
In seguito Pesatolozzi porta a pubblicazione: Come Geltrude istuisce i suoi figli (1801) consistente in 14 lettere indirizzate all’amico ed editore Gessner, nelle cui pagine i principi dell’educazione vengono presentati all’interno di una cornice etica che ne valorizza l’intrinseco significato civile e religioso; L’ABC della visione, dedicato agli elementi costitutivi del percorso apprenditivo del bambino; Il libro della madre, sulla figura assiale della madre nei processi educativi
Münchenbuchsee e Yverdon
Nel 1805 il governo di Losanna gli offre la possibilità di dare avvio a un’altra realtà educativa ad Yverdon, che si protrarrà per circa un ventennio fino al 1825. Qui il suo metodo diventa celebre e fa affluire nella cittadina personalità quali Fichte, Fröbel e Schopenhauer.